Lo sviluppo del settore turistico in Sicilia

Spesso ci siamo sentiti dire che in Sicilia si potrebbe vivere di turismo.

Bene, il turismo, può e deve diventare uno dei volani trainanti per l’economia della Sicilia. Affinché ciò possa avvenire risulta necessario un riordino organico della legislazione in materia, infatti, appare chiaro che in Sicilia lo sviluppo dell’intero comparto turistico è sottodimensionato rispetto a quanto potenzialmente sostenibile dalle risorse turistiche originarie che l’isola possiede, nonché delle risorse ambientali, monumentali, culturali, produzioni agroalimentari locali, e così via.

La fotografia che emerge dalle analisi e dai report sui flussi turistici nell’isola degli ultimi anni, in particolare provenienti dai paesi emergenti, ci ha condotti a focalizzare l’attenzione su come sostenere la crescita del settore, individuando i settori turistici più rilevanti e i modi più efficaci per promuoverli.

Infatti per la nostra regione, dove la tipologia di  turismo più rilevante è quello culturale, paesaggistico ed enogastronomico, con una variegata e capillare dislocazione su tutto il territorio isolano, non sempre il turismo organizzato (di massa) riesce ad essere veicolato al meglio dai tour operator sui tanti centri minori dell’isola, rendendone fruibile l’offerta turistica; piccoli centri montani e borghi marinari, che possiedono una non indifferente parte del patrimonio artistico culturale della Sicilia stessa.

Occorre dunque trovare gli strumenti legislativi, e non, per colmare questo gap nell’offerta turistica globale che può offrire la Sicilia. Importante, in tal senso, l’orientamento che si vuole dare alle diverse tipologie di produzione turistica, ovvero dell’attività ricettiva, di ristorazione, degli accessori per il divertimento, e così via.

Attraverso la creazione di un “Brand Sicilia” bisogna potenziare l’immagine turistica della nostra regione in termini di visibilità internazionale e soprattutto di servizi da offrire ai turisti che riceviamo. Predisporre strumenti di incentivazione alle imprese turistiche, tenendo conto delle varie tipologie di offerta da loro proposte al mercato, quindi quello che definirei “incentivazione orientata”.

Altri obiettivi forti da perseguire quando si parla di politica sul turismo regionale riguardano la formazione di reti organizzative di imprese, che realizzino diversi vantaggi economici per le aggregazioni, nonché la negoziazione con i tour operator nazionali ed internazionali, ma anche con imprese leader dell’attività produttiva in senso stretto. In tal senso la “Riforma organica del Turismo in Sicilia” che nei prossimi giorni presenteremo al Parlamento Siciliano, muove dalle considerazioni che tale strumento legislativo possa rispondere alle nuove sfide del Turismo e della “Sharing Economy”, avendo quest’ultima aperto nuovi orizzonti per l’economia condivisa, sia per i grandi che i piccoli imprenditori del settore.

In ultima analisi l’esigenza di una riforma organica prende origine dalla considerazione che di circa 60 norme, fra dirette ed indirette, molte sono per lo più obsolete, o comunque inefficaci nel mutato panorama internazionale dell’offerta turistica globale.

Fondamentale porre l’attenzione sul tema della “recettività capillare”, attraverso delle norme che disciplinino ed incentivino le “dimore storiche” presenti sul nostro territorio, le strutture extra-alberghiere, una definizione ben precisa delle strutture all’aria aperta e soprattutto Albergo Diffuso con il quale si è voluto dare una spinta verso un turismo indirizzato anche al recupero dell’immobiliare preesistente. In ultimo occorre lanciare uno sguardo più attento sulle “professioni turistiche” armonizzandole tra loro.
Questo è ciò che ci prefiggiamo per cominciare a porre la prima pietra verso un turismo sostenibile che possa valorizzare la nostra terra.

 

 

 

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