Bologna 2 agosto 1980.
Una valigia abbandonata, il terrore in quelle immagini. Un boato, una carneficina.
Da allora tante cose sono state dette, tante piste smontate, ipotesi e legami con organizzazioni criminali e altre tragedie, una tra tutte Ustica.
Numerosi processi, fino al 2020.
A volte ciò che conta è spegnere un riflettore per accendere un faro?
La cosa che mai dimenticheremo è il soccorso che ognuno prestò sul posto, il bus trasformato in ospedale di fortuna per pronto soccorso, le salme sotto i teli bianchi, immagini che restano nella memoria, ma soprattutto la parte umana che contraddistingue gli italiani, la solidarietà.
L’orologio della stazione si fermò alle 10:25 ed oggi vorrei che ci fermassimo anche noi, un lungo attimo per ricordare le vittime di un sistema che a volte non perdona e che il solo segno che lascia è il vuoto.
Non esiste risarcimento per una morte come queste, qualsiasi prezzo pagato non vale 285 vite distrutte (85 morti e 200 feriti mutilati), ma noi possiamo sempre camminare a fianco della giustizia, della legalità e della vita, possiamo scegliere da che parte stare, se guidare il bus 37 oppure rimanere a guardare lenzuoli bianchi.
Ricordare, ieri come oggi, per non sbagliare domani.